Hanno protestato sotto la pioggia in piazza Prefettura, incontrando il sindaco di Bari, Antonio Decaro perché si faccia portavoce di una situazione delicata nella quale potrebbero finire 60 addetti alla pulizia e distribuzione pasti nel Cara (il centro di accoglienza per rifugiati) di Bari – Palese. A scendere in piazza è stata la Fisascat Cisl che alla Prefettura di Bari chiede chiarezza e trasparenza sull’appalto con il quale sono stati assegnati i nuovi servizi all’interno del Cara.
La ditta che ha vinto l’appalto per la pulizia nel centro di accoglienza, denuncia Nicola Ferrigni, componente della segreteria della Fisascat Cisl, ha preannunciato dal prossimo 17 dicembre una riduzione di 50 per cento del monte ore e questo significherebbe, per i 33 lavoratori impegnati nel centro di accoglienza, passare da 30 a 15 ore settimanali con conseguente riduzione dello stipendio. E anche per chi si è aggiudicato il servizio di somministrazione pasti se da una parte ha raddoppiato l’introito per la fornitura, passando da 6 a dodici euro a pasto, dall’altra non è vincolata ad alcuni obbligo di assunzione dei 18 lavoratori che sino ad oggi si sono occupati della distribuzione dei pasti.
Questo significa, a giudizio della Fisascat Cisl, che per quelle 18 unità lavorative o si prospetta il licenziamento o l’assorbimento nell’organico della ditta che si occuperà della distribuzione. Ma la Fisascat, che proseguirà la protesta ad oltranza, punta il dito su chiarezza e trasparenza.