Il futuro delle saline di Margherita di Savoia preoccupa e divide i sindacati. Da una parte le rsu di Cgil e Uil chiedono certezze sul nuovo assetto societario, proseguendo, da giovedì 6 dicembre, con lo sciopero ad oltranza. Dall’altro versante gli operai, esponenti della Cisl, non condividono l’azione di protesta intrapresa, ritenendola controproducente e reclamando, a gran voce, il ritorno al lavoro.
Nel bel mezzo del confronto acceso, le attività produttive, all’Atisale di Margherita di Savoia, sono bloccate e gli impianti restano spenti.
A far innescare la protesta da parte di alcuni dipendenti, è stata la notizia ufficiosa della possibile assegnazione dei crediti vantati da Monte dei Paschi di Siena ai francesi de “Le group salins”. Gli operai chiedono certezze sul futuro assetto societario e per questo hanno indirizzato una nota all’attuale proprietà per sapere se la “Salapia sale” possa assicurare investimenti per l’ammodernamento degli impianti esistenti.
In risposta a tale istanza, è stato convocato, per mercoledì 12 dicembre, il consiglio di amministrazione da parte di Atisale. Ordine del giorno: proprio la questione investimenti. “In quell’occasione potremmo avere certezze sul nostro futuro”, hanno fatto sapere le rsu di Cgil e Uil che però, nell’attesa, stanno continuando a scioperare.
Un’azione forte e drastica che non convice l’altro sindacato.
“L’unico modo che la salina ha di salvarsi è quello dell’acquisizione da parte di un gruppo di imprenditori accreditati- ha dichiarato in una nota Nicola Russo, rsu Fai Cisl- Molti parlano del gruppo francese senza sottolineare che non ha licenziato nessuno e mai lo farà”.
E in risposta alle rsu di Flai Cgil e Uila Uil, Nicola Russo ha poi proseguito: “Affermano di agire per il bene e gli interessi di tutti i dipendenti. Sarà proprio così?”