Non c’è Ferragosto che tenga: sulla questione rifiuti la polemica tra il sindaco di Cerignola, Franco Metta e quello di Trinitapoli, Franco di Feo, non va in vacanza. Anzi si infiamma proprio nei giorni più caldi dell’estate. Con il primo cittadino trinitapolese che sceglie la stessa arma comunicativa (il video messaggio) per replicare alle accuse del suo collega cerignolano. Il nodo del contendere è sempre lo stesso: il futuro di Sia (che attende di conoscere l’esito della richiesta per il concordato preventivo in continuità presentato al Tribunale di Foggia), i pagamenti (effettuati o da effettuare) in favore della società di igiene ambientale, il futuro dei lavoratori e, in ultimo, la rescissione dei contratti con Sia da parte dei comuni di Trinitapoli, San Ferdinando di Puglia e Margherita di Savoia. Il sindaco di Feo prova a mettere ordine, partendo da una certezza: i dipendenti di Sia del cantiere di Trinitapoli sono stati pagati.
Oltre 80mila euro, spiega il primo cittadino, sono stati versati sul conto dedicato della società di Forcone Cafiero. Precisazione necessaria, a giudizio di Francesco di Feo, per calmierare proprio i lavoratori aizzati, in maniera strumentale, da Metta. Sono i numeri del bilancio 2017, spiega ancora il primo cittadino trinitapolese, ha fotografare lo stato comatoso di Sia: tre milioni e 856mila euro di perdita d’esercizio, cifra che si discosta di pochissimo da quella che il Comune di Cerignola ha come debito nei confronti di Sia: basterebbe quella, a giudizio di Di Feo, per chiudere in pareggio il bilancio del 2017.
L’adeguamento dei contratti di servizio chiesto a Trinitapoli e san Ferdinando per il 2018, di Feo lo ritiene inaccettabile: non si può passare da un milione e 400mila euro a due milioni e duecentomila euro a fronte di servizi carenti. Motivo che ha spinto Trintapoli e gli altri due comuni presenti nel Consorzio Foggia/4 (Margherita di Savoia e San Ferdinando di Puglia) ad autodeterminarsi nel nuovo Aro Bt3, avviando anche la rescissione dei contratti con Sia. E anche sulla storia del sesto lotta, Di Feo chiosa: “Vengo insultato con un’insolenza assai poco istituzionale. Ma rispondo carte alla mano: la Bnl era disponibile a finanziarie l’ampliamento del sesto lotto della discarica, previsto dall’Aia, sin dal 2015. Chi ha deciso di far naufragare quel progetto è stato Metta”.