Il cantiere della scuola nel quartiere Patalini di Barletta non è bloccato per colpa della città metropolitana.
Anzi, sostiene il sindaco di Bari, Antonio Decaro, fosse dipeso dalla vecchia provincia, i lavori avrebbero dovuto andare avanti regolarmente. Invece quel cantiere è diventato un simbolo dell’emergenza che si vive nelle scuole superiori barlettane (con la carenza di aule che ha portato gli studenti in piazza) e, da oggi, rappresenta anche oggetto del contendere tra la città metropolitana e la provincia Bat.
Perché la palla, come ha spiegato Decaro al termine della riunione convocata a Bari con il sindaco Cosimo Cannito, i consiglieri regionali barlettani Filippo Caracciolo e Ruggiero Mennea e i rappresentanti della provincia Bat, sarà questo ente, nella riunione del prossimo 28 novembre, a dover comunicare se intendere subentrare alla città metropolitana nel contratto con l’istituto di credito.
L’ostacolo, insomma, sono i soldi (nove milioni di euro circa) e non pastoie burocratiche.
Questioni non insormontabili, a giudizio del sindaco Cannito e anche la città metropolitana, spiega Decaro ai nostri microfoni, è pronta ad attivare tutte le procedure:
Questa mattina, intanto, gli studenti delle scuole superiori di Barletta erano scesi in piazza per protestare contro la carenza di aule. E protesta simile si è tenuta ad Andria, dove gli alunni delle scuole superiori, in particolare dell’Istituto Jannuzzi, reclamano non solo che venga sbloccato il cantiere della scuola, ma anche messo a norma l’aula magna che non avrebbe i requisiti anti sismici.
Sempre ad Andria un altro fronte di protesta è quello delle mamme di alunni delle scuole primarie: da lunedì, per il mancato funzionamento dell’impianto di riscaldamento, sono costretti a fare lezioni con giubbotti e cappelli.