Droga e telefonini recapitati in carcere con l’utilizzo di droni. A Trani sventata la consegna dagli agenti della polizia penitenziaria che hanno intercettato il velivolo radiocomandato; grazie all’udito di uno dei vigilanti, che ha riconosciuto il rumore dei rotori del drone, gli agenti si sono posizionati sul muro di cinta della struttura, individuando il velivolo senza conducente intento ad entrare nella struttura per la consegna “a domicilio”. La necessità aguzza l’ingegno e questo lo sa bene il mondo della criminalità, che ai classici metodi di nascondere materiale illecito all’interno di cibo o altro materiale consegnato ai detenuti, oggi preferisce l’impiego di mezzi tecnologici come i droni appunto.
Pilota all’esterno e detenuti all’interno del carcere, probabilmente muniti di telefonini per dare indicazioni, alla vista degli agenti impegnati nella ricerca dei responsabili, hanno interrotto l’azione criminosa, lascando precipitare al suolo il velivolo con guida da remoto. La Polizia ha quindi potuto raccogliere il materiale aviotrasportato, ovvero telefonini, caricabatteria e piccole dosi impacchettate di sostanza stupefacente.
A lanciare un allarme su questa nuova emergenza Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sappe, che invoca l’introduzione di accorgimenti tecnici a basso costo, come per esempio l’utilizzo di jammer, richiamando nel frattempo le carenze di organico della Polizia penitenziaria e l’emergenza estiva legata ai piani ferie.