Opaco e poco brillante, ma da qualche parte bisogna pur cominciare. La fotografia, dopo la vittoria all’ultimo respiro per 2-1 sul Santa Maria Cilento, è in alta definizione e non presenta zone d’ombra: questo non è ancora il Barletta di Ciro Ginestra. Dalla difesa all’attacco, passando per il centrocampo: nello scacchiere biancorosso mancano diverse pedine e il mercato del duo Dimiccoli-Pavarese finisce inevitabilmente sotto la lente di ingrandimento. Le attenuanti, dunque, non mancano per il tecnico, che non cerca comunque scuse.
A fine partita i riflettori erano tutti per Matteo Di Piazza. L’ex Brindisi ha cambiato le sorti di una gara che sembrava già segnata ad una manciata di secondi dal triplice fischio finale. Un rigore prima guadagnato con un guizzo da attaccante di razza e successivamente trasformato, che ha azzerato i mugugni del “Puttilli”. L’esultanza polemica, però, non è passata inosservata, così come lo sfogo affidato ai social.
Positivo, invece, l’impatto di Ezequiel Schelotto, che da leader tecnico e morale si è già preso il Barletta. Un gol pesante, quello che ha sbloccato la partita contro il Santa Maria Cilento, e un impatto più che positivo. Schelotto si è calato alla perfezione nella nuova realtà. Non proprio un aspetto da sottovalutare.