A Trani si consumano più dosi di cocaina rispetto a Bari.
Un triste primato quello evidenziato dallo studio condotto dall’Istituto di ricerche farmacologiche «Mario Negri», che potrebbe etichettare la perla dell’adriatico come la nuova città bianca, e in questo caso non per il colore della ben nota Pietra di Trani.
Al centro dello studio, finanziato dal Dipartimento per le Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, c’è l’analisi delle acque reflue italiane, tramite un procedimento che analizza i residui metabolici di sostanze stupefacenti presenti negli scarti umani che arrivano nei depuratori.
Un’analisi statistica che ha delineato un quadro non positivo relativo all’utilizzo di sostanze stupefacenti nella città di Trani, che registra un dato più alto rispetto al capoluogo di regione e alla media nazionale. Numeri nella media per Bari invece.
Dalle analisi si conferma come sostanza stupefacente maggiormente usata la cannabis e i suoi derivati, con un consumo medio nazionale di 51 dosi ogni 1000 abitanti.
Un dato, quello relativo all’uso di cocaina a Trani in maniera superiore alla media nazionale e anche a quello del Capoluogo pugliese, che potrebbe essere collegato anche ad una crescita smisurata della movida in città, cosa che sempre più spesso crea problemi tra i residenti che lamentano musica ad alto volume di notte e tanta maleducazione tra i giovani, che troppo frequentemente diventano protagonisti in negativo delle cronache locali, con risse e altri episodi criminosi.
Anche da parte delle forze dell’ordine resta alta l’attenzione in città, con il rafforzamento dei controlli sui locali della movida, annunciato e messo in atto negli scorsi weekend.