Un punto all’ordine del giorno rinviato, quello del tfm, che tanto sta facendo discutere il consiglio regionale decide di non bocciare il trattamento di fine mandato ma semplicemente di sospenderne la discussione posticipandolo a tempi migliori.
Dopo le accese polemiche generate, nei giorni scorsi, da ben 60 sigle sindacali e organizzazioni di categoria, pronte alla mobilitazione in caso di approvazione dei famigerati 35 mila euro da corrispondere a ciascun consigliere a fine legislatura, con efficacia retroattiva, a scendere in campo anche Nichi Vendola già presidente del consiglio regionale pugliese, che ha duramente accusato l’attuale governo regionale di essere pronto a reintrodurre un atto ingiusto e inopportuno”.
Un provvedimento, che vede favorevoli alcuni esponenti del Partito democratico e i civici del presidente Emiliano, mentre l’opposizione di centro-destra propende per l’astensione.
Contrari invece i Cinquestelle e un’ampia parte del Pd, allineata alle indicazioni arrivate dalla segretaria Elly Schlein.
Il tfm lo rcordiamo, fu abrogato, nel novembre 2012, quando il Consiglio pugliese decise di cancellare un trattamento di fine rapporto allora molto generoso, senza però sostituirlo con il «modello virtuoso» adottato dalla conferenza Stato-Regioni il 6 dicembre 2012 . Quasi tutte Regioni lo fecero, la Puglia no.
In queste ore è lo stesso presidente regionale Emiliano a lanciare l’appello, rinviando la sua approvazione, invitando i suoi a far capire prima alla gente l’importanza e la giustizia di averlo al pari di tutti i lavoratori , parlamentari e sindaci compresi. Il governatore, attraverso una dichiarazione ufficiale, a tratti pungente e ironica, se da un lato sembra, infatti, rimproverare il consiglio regionale, che già una volta nel 2021 aveva provato a reintrodurlo, dall’altro, evidenzia il suo pieno convincimento acchè venga reintrodotto evidenziando che si sta semplicemente ripristinando «un diritto spettante ad ogni lavoratore, quello alla liquidazione».
Sul caso intervniene anche la civica di Con, “Che sostenendo le ragioni del presidente Emiliano: comunica la decisione di fare un passo indietro ma non per una questione di merito, scrive il capogruppo Tupputi, ma solo per non prestare il fianco a coloro che percepiscono vitalizi da capogiro e oggi si ergono a moralisti contro l’unico Consiglio regionale in Italia in cui il trattamento di fine mandato non è previsto.
Non abbiamo fretta, è invece il commento del capogruppo del Pd in consiglio regionale, Filippo Caracciolo, l’approvazione del provvedimento può tranquillamente slittare, ma sia chiaro, sul Tfm non facciamo alcun passo indietro.
Si vuole privare i Consiglieri regionali pugliesi di questo diritto? Bene, allora evidenzia Caracciolo Si revochi anche l’aumento che tutti i sindaci d’Italia si stanno applicando proprio in questi giorni. Si revochi l’aumento stabilito per i capigruppo di Camera e Senato, anche quella una questione di questi giorni. Rinunci a pensioni e vitalizi Vendola, il cui tfm già incassato è pari a quello che dovrebbero prendere 51 consiglieri in un anno.
La politica della doppia morale che soffia sul vento del populismo e della demagogia, continua Caracciolo, per spostare l’attenzione dai privilegi dei sindacalisti, dalle loro pensioni.
Se si contesta il nostro tfm, conclude questo vale per tutti gli incarichi politici quando si sta in aspettativa, anche per quelli sindacali. Accogliamo l’invito del Governatore, soprassediamo per il momento al voto e affrontiamo i nostri detrattori a viso aperto.