“Vi chiedo di soprassedere al voto di domani e di affrontare questa vicenda a viso aperto, senza timidezze o vergogna. Il governatore pugliese, Michele Emiliano, rompe il silenzio e a 24 ore dal voto chiede a tutti i consiglieri regionali di rinunciare a reintrodurre il Trattamento di fine mandato, un assegno da circa 35mila euro per ogni consigliere al termine di ogni legislatura, con effetti retroattivi. “Ancora una volta – è il rimprovero di Emiliano – non avete spiegato all’opinione pubblica che la Regione Puglia è l’unica assemblea legislativa italiana a non accantonare la liquidazione come avviene per ogni altro lavoratore del Paese”.
“E comunque – conclude – con le somme cui rinuncerete avrete il privilegio di poter dire a chi ha raddoppiato, giustamente, tutti gli stipendi dei sindaci d’Italia e sta pensando, giustamente, di reintrodurre l’elezione diretta dei rappresentanti delle Province, di rinunciare anche loro, i parlamentari tutti e capi di partito, alle loro liquidazioni”. Alle parole del presidente emiliano segue la considerazione del gruppo con, che in una nota si dicono pronti a fare un passo indietro invitando l’intera assise a fare lo stesso.
Si tratta si legge nella nota, di non prestare il fianco a coloro che percepiscono vitalizi da capogiro e oggi si ergono a moralisti contro l’unico Consiglio regionale in Italia in cui il trattamento di fine mandato non è previsto. Sarebbe opportuno, quasi “igienico”, evidenzia il capogruppo tuppi, che chi oggi punta il dito contro la Puglia, a partire da Vendola, raccontasse ai cittadini a quanto ammonta il proprio , corposo ed elitario vitalizio. Per coerenza e per utilizzare un linguaggio di verità. Perché se il principio è uno non può valere solo per gli altri.