L’OMS ha dichiarato lo scorso 5 Maggio la fine dell’emergenza pandemica, iniziata l’11 Marzo 2020.
Una vittoria importante, che pone storicamente fine a una pagina stravolgente e dolorosa delle nostre vite, che ha coinvolto direttamente ogni nucleo familiare, talvolta causando perdite che non si risaneranno mai.
Una situazione inattesa che travolse la penisola come un attacco dall’alto, in cui non esistevano protocolli di cura prestabiliti per le cure domiciliari, il morbo si diffondeva ignoto con velocità imprevedibile, mandando al collasso le strutture sanitarie e pesando gravemente sul personale sanitario.
Nel Marzo 2020 un gruppo di cittadini e volontari medici, si costituì spontaneamente per offrire il proprio supporto terapico nella gestione della situazione pandemica. Lo scambio di informazioni cliniche aveva come obiettivo l’elaborazione di direttive specifiche nella cura dei pazienti domiciliati.
L’avvocato Erich Grimaldi fu fautore, nel Marzo 2020, prima di un gruppo Facebook, poi di un comitato Terapeutico di Cura Domiciliare, per sopperire ai vuoti sanitari creatisi, offrendo una alternativa all’impossibilità dei medici di base a visitare i pazienti nella prima ondata pandemica.
Si sviluppò una profilassi aggiuntiva di cura del paziente che prevedeva la degenza a casa con sintomi lievi.
Una messa a disposizione volontaristica per ridurre il tasso di ospedalizzazione, quella organizzata da Enrich Grimaldi, che intendeva, in seno al ministero della Salute e il Senato, avviare dialoghi circa la gestione delle problematiche e dell’assistenza terapeutica e discutere dei risultati raccolti empiricamente con il servizio offerto.
Il dialogo non registrò esiti positivi, si compromise e da qui iniziò la contro narrazione di Enrico Grimaldi, oggetto dell’incontro “Effetti Avversi – Medicina: 3 anni di scienza o di fede?” organizzato allo Sporting di Trani. L’iter dell’avvocato che chiedeva ascolto su eventuali terapie alternative efficaci e suffragate con esperienza diretta, si è poi legalizzato con istanze depositate presso il Tar del Lazio, che ha riconosciuto con una sentenza il ricorso presentato dallo stesso.
Congiuntamente la sua attività si è mossa su un altro fronte, ovvero sulla registrazione e compilazione delle reazioni avverse di coloro che hanno registrato problematiche a seguito della vaccinazione, in modo da muoversi sul fronte indennizzi.
Grimaldi con assoluta cautela sottolinea, non volendo essere associato alla cosiddetta etichetta comunicativa di ‘’No Vax’’, la mancanza di una adeguata informazione in merito al rischio correlato ai vaccini. Altro tema la mancanza di accertamenti diagnostici preventivi e successivi alla dose, per quelle categorie fragili, che hanno causato complicazioni; elementi avversi non verificabili nel giro di 48h dalla stessa, e quindi non correlabili secondo la modalità di sorveglianza prevista.
Una chiarezza sul tema che si sta facendo strada lentamente e non sempre con cautele comunicative, di cui Lello Ciampolillo si fa garante, una battaglia da condurre su due fronti: gli sbagli condotti dalla terapia della vigile attesa e i casi registrati, o spesso non registrati, di reazioni avverse.
Una realtà minoritaria, con poche possibilità di ascolto e spesso bistrattata e manicheistica, che l’ex Senatore del m5s intende sollevare e portare alla luce allo Sporting di Trani, chiedendo che si predispongano anche accertamenti autoptici per i frequenti decessi etichettatibili come “cause naturali”.
Il suo suggerimento è l’istituzione di registri a fini di monitoraggio per la l’osservazione degli effetti sia a breve-medio termine, sia a lungo termine per l’elaborazione di terapie di base non solo comuni ma anche mirate e specifiche.
La comunicazione sul tema deve assumere infinite cautele, non può essere perentoria, definitiva e avulsa dai dati scientifici e studi osservazionali di controcampo, che offrano supporto ai pazienti inascoltati che manifestano esigenza di tutela del danno.
Il medico Gianni Grilli, a sua volta membro del Tdc, dichiara che ci sono diverse persone che denunciano danni correlati all’inoculazione, inascoltati e verso i quali la comunità scientifica ha l’obbligo di muoversi verificando tutte le ipotesi del caso.