La reintroduzione repentina della zona arancione in 4 comuni su 10 della BAT arrivata nella giornata di lunedì sole 24 ore dopo l’inserimento della Puglia in zona gialla ha provocato non poche polemiche. I sindaci di Barletta, Andria, Bisceglie e Spinazzola città interessate dal provvedimento hanno chiesto spiegazioni circa i criteri decisionali ed i ristoratori hanno manifestato il proprio disappunto per le tempistiche della decisione.
Per questo motivo il Prefetto Maurizio Valiante ha convocato sindaci, Asl ed associazioni di categoria per una serie di incontri chiarificatori in video conferenza. Dai report regionali e dell’Istituto Superiore di Sanità – spiega la Prefettura in una nota condivisa con Asl e amministrazioni – sono emerse specifiche criticità. Per definire le città nelle quali reintrodurre la zona arancione la Regione Puglia attraverso gli uffici preposti ha preso in esame il numero assoluto dei nuovi casi positivi rilevati nelle ultime due settimane, il tasso di Incidenza per ciascuna settimana e il rapporto tra il tasso di incidenza comunale con l’analogo tasso regionale per ciascuna delle due settimane.
In base a questi criteri Barletta, Andria, Bisceglie e Spinazzola sono tornate in zona arancione e per questo motivo è emersa in via prioritaria l’esigenza di considerare le aspettative di forme di ristoro per il settore della ristorazione, interessato in maniera più diretta dal provvedimento regionale. A tal riguardo, previo interessamento del Prefetto, del Presidente della Provincia e dei Sindaci presso la Regione Puglia, si è accertata la disponibilità, da parte della Regione, di erogare, a titolo di ristoro, apposite risorse finanziarie stanziate dal Governo ed espressamente previste nel Decreto Ristori Quater.
Nel contempo si è appreso che i competenti uffici regionali stanno già predisponendo il relativo provvedimento, che sarà sottoposto all’esame della prossima riunione della Giunta regionale, già programmata entro venerdì 11 dicembre. I rappresentanti di categoria auspicano che i ristori previsti siano effettivamente compensativi delle reali perdite di esercizio, sottolineando come questa straordinaria e prolungata fase congiunturale negativa abbia già messo in ginocchio il settore con consistenti percentuali di dismissione e con il rischio di compromissione irrimediabile della ripresa di numerose altre attività.