L’appuntamento con le elezioni per rinnovare il consiglio provinciale della Bat è fissato per domani. Ma di questo appuntamento, oltre a non interessare i cittadini (che tra l’altro non ne avrebbero diritto visto che si tratta di un’elezione di secondo livello) sembra non entusiasmare neanche i diretti interessati, cioè i consigli comunali dei dieci comuni della Bat che dovrebbero recarsi al seggio. Infatti ai sei consiglieri comunali di Barletta (Rocco Di Leo, Giuseppe Di Paola, Pierpaolo Grimaldi, Salvatore Lionetti, Michele Maffiore e Ruggiero Marzocca, tutti componenti della maggioranza del buon governo di Cannito) che avevano annunciato nei giorni scorsi di non andare a votare per il consiglio provinciale, si aggiungo quattro consiglieri di Bisceglie, l’intero gruppo del movimento Nel modo giusto. La decisione di Gianni Casella, Giorgia Preziosa, Mimmo Baldini e Alfonso Russo è stata presa all’unanimità al termine di una riunione del movimento. I motivi di questa diserzione sono i più vari: vanno dall’assenza di una programmazione strategica per il territorio tra le forze politiche, al fatto che l’eliminazione delle Province, previsto dalla Legge Del Rio, si sia rivelato un pasticcio al quale bisognerebbe mettere fine.
Nonostante tutto le elezioni provinciali di domani (si rinnova solo il consiglio provinciale, mentre il presidente resta Nicola Giorgino) sono riuscite a spaccare le forze politiche (il Pd ci ha tenuto a separarsi dalla lista che fa capo al presidente della Regione, Michele Emiliano), a farle litigare al proprio interno (basterebbe chiedere a qualche esponente del centro destra) e finire davanti ai giudici del Tar per le liste prima ammesse, poi escluse e successivamente riammesse. Insomma il cliché della vecchia politica, anche se in questa occasione non si vuole passare per qualunquisti. La sensazione è che le elezioni provinciali abbiano rappresentato l’occasione per un regolamento di conti interno alle coalizioni in campo. Nulla che riguardi direttamente i cittadini e che, di fatto, li potesse appassionare. E poi si chiedono perché vinca l’anti politica.