In due avevano pianificato una serie di estorsioni nei confronti di due imprenditori tranesi. Per questo, su ordinanza del Gip di Bari, Antonella Cafagna, il 32enne albanese Ilir Gishti – da tempo residente a Trani – è stato arrestato con l’accusa di tentata e consumata estorsione, con l’aggravante del metodo mafioso, in concorso con il 39enne Patrizio Romano Lomolino.
I fatti contestati dalla Dda, risalgono ai primi mesi del 2019, quando i due – stando alle indagini dei carabinieri – hanno pianificato una serie di estorsioni nei confronti di un paio di imprenditori: uno operante nel settore dei servizi funebri, nei cui confronti è stata consumata una estorsione (di cui non si conosce l’ammontare), mentre un’altra è rimasta solo tentata. Un altro imprenditore, inoltre, sarebbe stato avvicinato dall’albanese per ottenere soldi, ma senza riuscirci nonostante le intimidazioni.
L’imprenditore, esasperato dalle richieste estorsive, aveva chiesto di essere dispensato dal pagamento perché non poteva. Per questo il 32enne era stato anche rimproverato da Lomolino, con frasi come “Non sei buono a fare niente, gli dovevi dare un buffettone e gli facevi saltare tutti i denti”, è scritto nell’ordinanza. I due malviventi erano attivi in città anche per approvvigionamento e lo spaccio di sostanze stupefacenti, tanto che nel maggio 2019 Lomolino era stato arrestato dai carabinieri di Andria perchè trovato in possesso di 25 grammi di cocaina.
Nell’ordinanza di custodia, in ultimo, nel contestare l’aggravante mafiosa, si fa riferimento alla “fama criminale” dei familiari di Lomolino: cognato di Giuseppe Corda, dell’omonimo clan, e alla collegata evocazione della forza degli ambienti mafiosi notoriamente presenti a Trani, nonché del diffuso clima di assoggettamento e omertà degli operatori commerciali della città.