E’ partita dalla Puglia, precisamente dalla provincia di Foggia, l’indagine che ha portato alla scoperta di una rete italiana di pedofili.
Tutto è nato, nei primi mesi dell’anno, dalla denuncia presentata da due genitori della provincia di Foggia, insospettiti da un troppo intenso uso di alcuni social network da parte della figlia 14enne.
Sul cellulare della ragazzina i genitori hanno trovato le immagini sessualmente esplicite che la 14enne inviava alla chat di presunti pedofili. Gli agenti della Polizia postale, monitorando il cellulare della figlia della coppia, hanno poi scoperto quella chat, attiva in una piattaforma social, attraverso la quale avveniva la vendita online di immagini e video pornografici autoprodotti da adolescenti e maggiorenni, e analoghi materiali pedopornografici, inviati in cambio di pagamenti su conti online.
Tra i 22 indagati c’è anche un amico della 14enne foggiana, anche lui minorenne, presunto ideatore di un ‘business’ parallelo: utilizzando l’account della ragazzina, ottenuto in cambio di piccole somme di denaro, si sostituiva a lei chattando con diversi utenti, ai quali prometteva l’invio di materiale di natura sessuale in cambio di denaro, somme variabili dai 10 ai 50 euro.
Nelle chat della rete di pedofili italiani scoperta dagli agenti della Polizia postale di Bari e Foggia, c’era un vero e proprio listino prezzi delle prestazioni sessuali richieste: dai 40 euro per una videochiamata di 45 minuti e l’omaggio di dieci foto, un video e tre dediche, ai 50 euro della videochiamata di un’ora e mezza in vari orari della giornata.
Gli indagati, 22, tra i quali due minorenni di 15 e 17 anni sono accusati del reato di divulgazione di materiale pedopornografico. Gli agenti hanno eseguito 21 perquisizioni in 12 regioni e anche nelle province di Bari, Foggia.