Via libera alla trasformazione della Banca popolare di Bari in Spa e all’aumento di capitale. È arrivato oggi l’ok al termine di una assemblea straordinaria dei soci dell’istituto di credito, con oltre 35mila partecipanti, il 96% dei quali ha votato a favore. La banca è salva, dopo mesi di incertezze culminate nel commissariamento di Bankitalia a dicembre scorso e nell’arresto dei suoi ex amministratori.
Adesso, dopo la prima fase di patrimonializzazione, comincerà il rilancio di quella che aspira a diventare una “banca del Mezzogiorno e per il Mezzogiorno”, la “Popolare di Bari 2.0”, come detto dei commissari straordinari Antonio Blandini ed Enrico Ajello.
All’assemblea, che si è tenuta in prima convocazione nella sede amministrativa di Corso Cavour, a Bari, hanno partecipato i commissari, il comitato di sorveglianza, il rappresentante designato della Computershare Spa, delegato da quasi 40mila dei 69mila azionisti, il segretario incaricato e, da remoto, il rappresentante comune degli obbligazionisti.
Oggi in assemblea sono state anche formalizzate le volontà degli azionisti. Una operazione che “si inquadra in un progetto più ampio di rilancio dell’economia e di sostegno a famiglie e imprese del Mezzogiorno d’Italia”, ha commentato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Il piano di salvataggio prevede che il Fondo interbancario tutela depositi partecipi con uno stanziamento di 1,17 miliardi di euro, compresi i 364 già anticipati, mentre il Medio credito centrale, che assumerà il controllo dell’istituto barese, parteciperà con 430 milioni. “Da ora in poi – ha sottolineato il commissario Ajello – ci sono tutti i mezzi e tutte le condizioni per dare avvio al rilancio e quindi all’implementazione del piano industriale così come è stato definito”, compresi i 650 esuberi e il taglio di 91 filiali”, ma con la garanzia delle somme “per poter provvedere all’adempimento dei debiti della banca”. Ai soci sono state proposte diverse soluzioni per recuperare le azioni perse negli anni passati.