Una Serie C appena conquistata ed uno stadio tutt’altro che pronto per i palcoscenici della terza serie. Il “Città degli Ulivi” è al centro del futuro del Bitonto, fresco di promozione dalla Serie D e con il rischio di emigrare per giocare le partite in casa. La società neroverde, a fronte del poco tempo a disposizione e delle ingenti somme necessarie per la messa a norma dell’impianto, ha pubblicato un comunicato in cui si esprime preoccupazione e rabbia per il futuro della struttura.
Il presidente Francesco Rossiello parla di occasione mancata in riferimento alla posizione dell’amministrazione comunale, puntando il dito contro l’assessore Nacci. Soltanto un mese fa, il componente della giunta bitontina aveva parlato di lavori di 130mila euro da cominciare entro 15 giorni, salvo poi far impennare la cifra ad un milione di euro senza nemmeno la parvenza di un cantiere.
Cantiere che il Bitonto attende addirittura dal 2018. Nessuna manutenzione realmente in programma, con la società che al contrario si è fatta carico degli adeguamenti necessari, del valore complessivo di 100mila euro, per disputare regolarmente i match in casa, a fronte di una fruizione gratuita concessa dal Comune. La collaborazione di questi anni, seppur imposta da cause di forza maggiore, ha lasciato spazio all’incertezza sul futuro. Il Bitonto non può più derogare le sue esigenze e invita a gran voce l’amministrazione comunale a partecipare attivamente allo sviluppo calcistico della città. In caso contrario, Rossiello non nasconde di vedersi costretto a valutare una cessione del titolo, con le ovvie conseguenze anche sul piano della categoria in cui giocare il prossimo anno.
Il patron neroverde, inoltre, stigmatizza ogni forma di violenza, in riferimento alle nuove minacce subite giovedì dall’assessore Nacci. La tensione è palpabile e la dirigenza bitontina invita i tifosi a mantenere la calma, ma chiede anche risposte certe ed un deciso intervento nella questione stadio da parte delle forze politiche.