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L’ultimo capitolo di una battaglia giudiziaria che non conosce ancora la parola fine, è stato scritto nella giornata di martedì: il Tar Puglia, accoglienza il ricorso di alcune aziende agricole che erano state escluse, ha annullato la graduatoria della misura 4.1A del piano di sviluppo rurale.

Il rischio per la Puglia è di perdere i fondi, anche se la Regione aveva già chiesto alla Commissione europea una deroga per evitare il disimpegno di 77 milioni di euro.

Proprio sulla misura 4.1A lo scorso dicembre, in Consiglio regionale, c’è stato uno scontro tra il governatore Michele Emiliano e il suo ex assessore alle Politiche agricole, Leo Di Gioia, poi dimessosi. Di Gioia, durante la seduta del Consiglio regionale per l’approvazione del bilancio di previsione 2020, denunciò presunte irregolarità nella compilazione della graduatoria.

Accuse pesanti, tanto che il presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, decise di trasmettere il verbale della seduta alla Procura di Bari, che ha avviato un’indagine conoscitiva.

Con la sentenza del Tar gli uffici regionali dovranno ripartire da zero, mentre la Regione sta valutando l’ipotesi di impugnare la sentenza davanti al Consiglio di Stato. Dal dipartimento agricoltura evidenziano che la sentenza non avrà  conseguenze per coloro a cui sono stati già concessi i finanziamenti” e che “darà immediata attuazione alla sentenza”.