L’ipotesi di elezioni regionali a luglio torna a farsi concreta, nonostante solo un paio di settimane fa il Governo abbia deciso di fissare tra settembre e novembre la finestra per il voto amministrativo nelle regioni dove la scadenza naturale della legislatura era fissata in primavera.
L’emergenza coronavirus aveva spinto l’esecutivo nazionale a differire di tre mesi la data per andare alle urne, respingendo di fatto la richiesta di quattro governatori (Emiliano per la Puglia, De Luca per la Campania, Zaia per il Veneto e Toti per la Liguria) firmatari di un documento nel quale si puntata ad andare al voto in estate. Stagione nella quale la pandemia dovrebbe far registrare una regressione e dunque opportuna in una situazione di emergenza nella quale sono vietati gli assembramenti.
Quella possibilità, bocciata dal Governo, è tornata in auge e questa volta l’esecutivo presieduto da Giuseppe Conte potrebbe cambiare idea. Per farlo bisognerà convincere il Parlamento a votare una norma che corregga il decreto del 20 aprile scorso nella fase di conversione in legge. Nonostante sia appena cominciata la fase 2 in questa emergenza Covid 19, le forze politiche stanno comunque scaldando i motori.
Sulla possibilità di andare al voto nel mese di luglio, il presidente Michele Emiliano (al di là del documento sottoscritto con gli altri governatori) non si è mai espresso pubblicamente, mentre questa mattina, nel corso di una video conferenza stampa, l’europarlamentare Raffaele Fitto (indicato come il papabile competitor del centro destra) ha scelto il basso profilo: “Non entro nel merito della scelta della data” delle prossime elezioni regionali che riguarderanno anche la Puglia, ma “immagino e mi auguro che ogni valutazione sarà fatta esclusivamente su basi di carattere scientifico e tecnico” sono le parole dell’esponente di Fratelli d’Italia.