Una difficoltà unanime nel rispettare i parametri richiesti.
È questo l’esito che emerge dalla videoconferenza tra i vertici di Lega Pro, i rappresentanti tecnici della Serie C e i medici dei 60 club della terza serie nazionale. Il confronto tra le parti ha avuto come punto focale la possibile applicazione del protocollo medico-sanitario della FIGC.
La Commissione medico-scientifica della Federcalcio ha redatto un piano da sottoporre agli organi competenti di ogni categoria, che avrebbero dovuto valutarne la fattibilità in base a più criteri: tecnico-scientifico, giuridico, economico e soprattutto geografico. I medici hanno evidenziato le difficoltà nell’accedere ad un numero congruo di tamponi, così come i rischi di diffusione del virus quando si opera sul territorio. Nel protocollo, inoltre, vengono elencate le responsabilità civili e penali in caso di contagio.
A ciò si aggiungono i problemi già evidenziati nelle scorse settimane. Non tutti i club di Serie C hanno una disponibilità economica tale da poter rispondere a tutti i parametri richiesti dalla federazione, né tantomeno possono contare su strutture adeguate per fronteggiare la ripresa dei campionati a queste condizioni. L’appello è stato già lanciato da numerose società e la situazione finanziaria è già stata esposta dal presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli.
Per garantire la conclusione della stagione sul campo, a questo punto, è necessario che le 60 squadre della terza serie nazionale rispondano ai criteri del protocollo medico-sanitario. Uno scenario tutt’altro che favorevole in vista dell’Assemblea di Lega di Serie C, prevista per il 7 maggio, in cui si discuterà il futuro del campionato con relativi verdetti.