“Non possiamo e non vogliamo piangere altri colleghi“. La sezione della Puglia del sindacato dei medici italiani (Smi) è critico sull’iniziativa della Regione Puglia di avviare il prossimo 24 aprile le Usca – Unità speciali di continuità assistenziale.
Queste avranno il compito di assistere a casa, nella ‘fase 2’, i pazienti Covid-19. Ieri il direttore del dipartimento regionale della Salute, Vito Montanaro, ha annunciato l’attivazione per la prossima settimana, ma tra i medici ci sono molte perplessità che sono state messe nero su bianco in una lettera inviata anche al governatore Michele Emiliano.
“Non è pensabile – evidenzia il segretario regionale dello Smi, Francesco Pazienza – avviare questo servizio senza alcune indispensabili garanzie strumentali – come i dispositivi di protezione individuale a norma e in giusta quantità – e senza un minimo necessario di logistica, come mezzi di trasporto e individuazione di locali dedicati da sottoporre a frequente sanificazione”.
“Né tanto meno possiamo operare – conclude il segretario Pazienza – senza attrezzature mediche adeguate che non si limitino solo a termoscanner, saturimetro e al teleconsulto, per fare un controllo medico che non sia una farsa”. Anche il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli ha avuto le stesse perplessità e in una nota scrive: “Chiediamo massima tutela per i professionisti della sanità, delle loro famiglie e dei convalescenti: vigilerò affinché la Regione prenda tutte le precauzioni del caso”.