“Siamo pronti a bloccare l’attività produttiva. Nel caso in cui la Atisale dovesse finire in mani straniere. Scriveremo al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ai ministri Luigi Di Maio e Matteo Salvini, al Monte dei Paschi di Siena. Vorremmo, che nell’acquisizione del credito della Salina di Margherita di Savoia, a parità di offerta, possa essere favorita la cordata di imprenditori locali già soci di minoranza di Atisale”. Sono gli operai e gli impiegati dell’azienda, a far emergere, nel corso di una assemblea straordinaria, tutta la loro preoccupazione per il possibile passaggio dell’azienda delle Saline, nelle mani di una società francese.
“Già nel 2011 ci fu un sostanziale cambio di rotta”, hanno dichiarato i lavoratori che sono allarmati per l’esito dell’aggiudicazione dell’asta. “Con l’arrivo alla guida della società di due imprenditori non del territorio (uno leccese e uno di Trapani)- raccontano- abbiamo subito un danno economico importante. Ossia 80 milioni di euro di debiti accumulati”.
Adesso i 120 lavoratori temono per il loro futuro e che con il possibile subentro degli imprenditori francesi, si possano avere gravi conseguenze e ripercussioni pesanti sulla struttura societaria, sul personale, sui livelli occupazionali e sugli equilibri del territorio.
“Già una decina di anni fa- hanno raccontato i lavoratori- la Cis aveva uno stabilimento di proprietà nel quale veniva lavorato e confezionato il sale. È stato chiuso, nonostante i bilanci in atttivo. Temiamo la stessa fine e che le 120 famiglie possano finire per strada”, hanno dichiarato allarmati e all’unisono i dipendenti.