La stagione della Fidelis Andria è cominciata con le basi dello scorso campionato. Una squadra costruita per la salvezza, ma che poi ha sfiorato la qualificazione ai playoff. Giancarlo Favarin è partito con la consapevolezza di dover lottare in ogni partita, senza la garanzia di poter realmente ambire ad un piazzamento nella parte sinistra della classifica.
La fiducia riposta nel tecnico, però, è altissima: conosce l’ambiente, ad Andria ha anche vinto, e un’altra Serie D può essere alla sua portata. L’inizio non è dei migliori, il 3-0 incassato dalla Gelbison chiarisce subito le difficoltà di stagione, ma i federiciani non mollano e se la giocano in ogni partita, fino a risalire a metà classifica per giocarsi chances importanti in chiave playoff.
Qui, però, qualcosa va storto: dopo i successi contro Brindisi e Agropoli, arrivano tre sconfitte consecutive contro Grumentum, Fasano e Nardò. La Fidelis perde in casa contro due squadre in lotta per non retrocedere e a Fasano perde 3-2 dopo essere stata in vantaggio per 2-0. Favarin mostra confusione nelle conferenze stampa postpartita, scaricando prima la colpa sui suoi giocatori per poi, una settimana più tardi, assumersi le responsabilità di cambi e schieramenti tattici. Dopo il terzo ko di fila, però, non ha tempo per riorganizzare le idee: il tecnico viene esonerato per far posto a Raimondo Catalano, che arriva insieme al ds Fabio Moscelli, lo stesso che aveva iniziato lo scorso campionato nella dirigenza andriese.
I risultati del successore non sono migliori: la striscia di sconfitte consecutive sale a quota 5 con i ko contro Gravina e Foggia, poi arriva il successo per 5-1, clamoroso quanto isolato, sul campo della Nocerina. Catalano non regge per più di un mese e la società decide di richiamare Favarin in panchina, che comincia il suo secondo ciclo stagionale con un altro atteggiamento.
Le difficoltà non mancano, sia sul piano psicologico che tecnico: la sconfitta contro il Taranto è il preludio ad un gennaio complicato, in cui la Fidelis subisce 13 gol in 4 partite. Favarin comincia ad avere i primi dubbi su Segantini, che non dà sicurezza tra i pali in un momento dominato dalla paura di scivolare al penultimo posto. La mossa dalla panchina arriva e sembra dare i suoi frutti: il nuovo portiere titolare è Tarolli, che fa registrare 4 partite senza subire gol nelle ultime 5. L’unica eccezione è il ko per 3-1 sul campo del Grumentum, ma ad Andria sembra esserci un filo di serenità in più: il successo contro il Fasano, ma soprattutto quelli contro Agropoli e Francavilla hanno restituito coraggio ed entusiasmo all’ambiente. Favarin è tornato a sperare, a -2 dalla salvezza diretta con 8 giornate ancora da giocare.