Cento pezzi tra lampade, anfore di vario genere, monete e un metal detector per scovarle. Un rumeno 30enne all’interno di un capanno agricolo, pertinente alla sua abitazione, aveva nascosto reperti storici (databili tra il IV e il III secolo A.C.), molto probabilmente sottratti da uno dei numerosi siti archeologici pugliesi.
I Carabinieri, che hanno fatto irruzione a casa dell’uomo, ipotizzavano che nascondesse armi, munizioni e materiale esplodente detenuto illegalmente. Ma appena entrati, si sono trovati dinanzi ad un centinaio dei reperti archeologici provenienti, probabilmente, dal sito di Canosa di Puglia e di Ordona – nel foggiano – sede di una città romana e teatro di due battaglie della guerra Punica, avvenuta proprio nel III secolo a.C.
Al termine degli accertamenti, i reperti sono stati messi a disposizione della Sezione Carabinieri Tutela per il Patrimonio Culturale di Bari. Il 30enne, invece, è stato denunciato in stato di libertà per ricettazione di reperti archeologici, per cui non ha nemmeno giustificato il possesso. I pezzi, benché di inestimabile valore, avrebbero fruttato circa 100 mila euro.