Volevano vendicare la morte del padre, Vito Capogna, assassinato ad Andria il 25 luglio scorso, ma le attività investigative dei Carabinieri, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno bloccato sul nascere – con una misura cautelare, aggravata dall’utilizzo del metodo mafioso – l’attività dei fratelli Pietro Capogna, 43enne, già detenuto nel carcere di Teramo, e del 27enne Valerio Capogna.
Le indagini, fatte di intercettazioni e pedinamenti, hanno accertato che i fratelli Capogna volevano vendicare la morte del padre e la preparazione all’azione violenta era già in fase avanzata: avevano preparato già diverse armi da guerra, tra i quali un kalashnikov, e avevano individuato i bersagli in alcuni storici esponenti della criminalità organizzata andriese.
L’omicidio di Vito Capogna di luglio, seguì di qualche giorno quello di Vito Griner avvenuto a giugno scorso. Non è ancora chiaro, nel quadro investigativo, se il botta e risposta sia tra i due clan Capogna – Griner (un tempo vicini) o ci sia una vera guerra in atto con il clan Pistillo – Pesce che potrebbe voler far piazza pulita per il controllo del mercato della droga in tutta Andria.
L’azione criminale dei due figli di Capogna, in tal caso, sarebbe servita per consolidare il sodalizio criminale di appartenenza e consolidare la propria potenza sul territorio, anche con la disponibilità delle armi.