Il Governo rinunci all’impugnazione della legge pugliese sulla partecipazione: è questo, in sintesi, il contenuto dell’appello rivolto dal presidente della Regione, Michele Emiliano al presidente del Consiglio, il pugliese Giuseppe Conte. La questione è legata alla legge regionale sulla partecipazione contro la quale il Governo ha deciso l’impugnazione davanti alla Corte Costituzionale. Meglio dialogare ed apportare correttivi alla legge, scrive Emiliano al premier Conte, e quindi trovare un’intesa che superi il giudizio davanti alla corte Costituzionale.
“L’impugnazione – scrive il governatore pugliese – è un tentativo di restringere il ruolo delle Regioni in materia ambientale, confinandolo a mero esercizio di ratifica delle decisioni assunte in sede statale, senza facoltà di concertazione, né di ascolto delle comunità locali a monte di qualsiasi decisione”. Ma il ruolo delle Regioni, a giudizio di Emiliano, non può essere considerato di intralcio nell’attuazione degli obiettivi di politica ambientale. E con il precedente Governo non sono mancati veri e propri conflitti istituzionali come quello sulle trivellazioni in Adriatico, contro le quali cinque regioni (e tra queste la Puglia) hanno dovuto indire un referendum per ripristinare il confronto negato. Confronto che Emiliano auspica possa riprendere con il Governo presieduto dal pugliese Conte
Siamo certi, chiosa Emiliaono nella sua lettera, che conflitti come quello determinatosi sulla scelta dell’approdo Tap, si sarebbero potuti evitare, concertando la soluzione migliore per questa opera strategica, che non può essere certamente l’approdo in una delle spiagge più belle della Puglia, fosse stata in vigore la legge sulla partecipazione. Quella che il Governo adesso ha impugnato alla Corte Costituzionale.