Se il governatore Michele Emiliano tende la mano al senatore Dario Stefano (da più parti indicato come candidato presidente per Italia Viva di Matteo Renzi) e prova a coinvolgerlo in uno dei quattro coordinamenti del centro sinistra (quello sul Psr) per scrivere il programma, nel centro destra c’è chi invece la mano, al momento, la tira indietro dal possibile accordo che vorrebbe assegnato a Fratelli d’Italia in Puglia la scelta del candidato per le regionali di primavera.
Ogni giorno che passa (e in attesa del voto dell’Emilia Romagna di domenica prossima) gli esponenti della Lega provano, in maniera esplicita, a minare quella bozza di accordo che sarebbe stata messa sul tavolo a livello nazionale.
Il nome di Raffaele Fitto, europarlamentare di Fratelli d’Italia ed ex presidente della Regione Puglia nel quinquennio 2000 – 2005, resta il più caldo per il centro destra, con i leghisti che, dall’altra parte, cercano di raffreddarlo (quel nome) chiedendo per se l’indicazione del candidato presidente. Le mosse del partito di Matteo Salvini sono tutte orientate a rimettere in discussione gli accordi romani: il prossimo 27 gennaio il vice segretario della Lega, l’onorevole Andrea Crippa, tornerà in Puglia per una grande assemblea a Lecce.
Il giorno scelto non è casuale visto che sarà a 24 ore dall’esito del voto in Emilia Romagna. E in caso di successo leghista il messaggio sarà chiaro da lanciare anche in Puglia: “Il rinnovamento e il cambiamento è necessario anche in Puglia”.
Proprio la parola rinnovamento nasconde la posizione oltranzista dei leghisti contro il nome di Raffaele Fitto. Nelle ultime ore a parlare è stato anche l’europarlamentare Massimo Casanova, titolare del Papete: “Con Fitto non si vince” sentenzia l’esponente leghista e amico di Matteo Salvini, in un’intervista pubblicata sulle pagine di Repubblica.
Poi Casanova si spinge anche ad ipotizzare una sua candidatura e quella di un altro esponente leghista (c’è il nome di Nuccio Altieri in pole), per battere Emiliano. Un altro piccolo colpo di piccone per demolire la scelta dell’europarlamentare dai Fratelli d’Italia.