“Purtroppo abbiamo registrato quello che era evidente a tutti che sarebbe accaduto: i processi, nel capoluogo pugliese, non si facevano e continuano a non farsi”. È la dichiarazione del presidente della Camera Penale, Gaetano Sassanelli, all’indomani della scadenza della sospensione dei termini imposta dal decreto legge del ministro, Alfonso Bonafede. In sostanza, dopo il 30 settembre, la giustizia penale barese sarebbe dovuta ripartire ma in concreto la sede non è ancora pronta e ci sono circa 11mila processi pendenti.
Tutto resta fermo e bloccato a Bari. La situazione resta delicata dopo la dichiarata inagibilità, dei mesi scorsi, (per rischio crollo e cedimenti strutturali), del Palagiustizia, la struttura che ospitava gli uffici della Procura e del tribunale penale.
“Ci sono circa 11mila processi pendenti- ha spiegato il giudice Marco Guida, presidente della prima sezione penale- Siamo riusciti a salvarne 2mila con i rinvii nelle tende che non necessitano di notifiche, ma per tutti gli altri c’è un problema di notifiche da fare a tutte le parti, avvocati, imputati e testimoni”.
Ad esprimere tutta la perplessità sulla vicenda, è stato, Gaetano Sassanelli: “Siamo preoccupati- ha dichiarato il presidente della Camera Penale- Ci rendiamo conto che questa situazione andrà avanti almeno per i prossimi due mesi e nel frattempo non abbiamo notizie definite sulla scelta, sulla sottoscrizione di un contratto di locazione con il Palazzo Telecom al quartiere Poggiofranco”.
E non sono mancate anche le reazioni del mondo politico. Stesse denunce al di là delle differenti fazioni di appartenenza. Così il deputato e coordinatore di Forza Italia di Bari e provincia, Francesco Paolo Sisto ha parlato di un “inadempimento palese delle promesse fatte, di un disastro annunciato e aggravato dall’indifferenza del Ministro Bonafede”.
Duro anche il commento del deputato del Partito democratico, Ubaldo Pagano: “Nella sua visita a Bari, il Ministro aveva detto di aver risolto il problema ma era una balla- ha dichiarato- Il 30 settembre è passato e non c’è ancora una soluzione per magistrati, avvocati e cittadini. Un danno incalcolabile”.