Lo stabilimento Saicaf di Bari chiude e i 40 lavoratori sono a rischio. Anzi no: l’azienda ha solo avviato un trasferimento della storica torrefazione da via Amendola e via Oberdan.
Il botta e risposta, in una giornata nella quale anche i lavoratori sono intervenuti con un documento nel quale annunciano che non aderiranno a nessuno sciopero, è firmato dal sindacato Uila da una parte e dall’azienda barese dall’altra. Dichiarazioni contrastanti che potranno essere chiarite solo in occasione della riunione convocata nella task force regionale per il lavoro il prossimo 18 settembre. Sarà quella la sede, assicurano i rappresentanti sindacali, nella quale la verità dovrà emergere.
Al momento ci si deve affidare ai comunicati ufficiali e l’ultimo, in ordine di tempo, lo firma ancora la Uila. “Smentiamo categoricamente qualsivoglia iniziativa di riorganizzazione da parte di Saicaf comunicata e concordata con i sindacati”. L’ultimo confronto tra azienda e rappresentanti dei lavoratori ci sarebbe stato il 6 agosto scorso: da quel giorno i sindacati aspettano di conoscere i piani e i programmi aziendali. Così nell’ultima assemblea con i lavoratori erano stati questi ultimi a dare mandato a Flai e Uila per indire uno sciopero ad oltranza, annunciato ieri con un comunicato ufficiale.
La risposta dell’azienda è stata perentoria: nessuna chiusura dello stabilimento ma solo un trasferimento di sede. Anzi, sempre nella giornata di ieri, i lavoratori fanno dietrofront e annunciano che non aderiranno a nessuno sciopero. Mossa che sorprende le sigle sindacali che puntano il dito su proprietà e management della Saicaf: hanno convocato i lavoratori e non i loro rappresentanti. La vicenda non finisce qui e avrà un nuovo capitolo il 18 settembre con la riunione della task force regionale sull’occupazione.