È arrivato anche per Direzione Italia il momento di spiegare le ragioni che hanno portato gli otto consiglieri comunali del partito a firmare le dimissioni di massa determinanti per la caduta dell’amministrazione comunale di Corato.
Nel corso di una conferenza stampa, il segretario del partito Pasquale Pomodoro e il capogruppo Filippò Tatò hanno provato a ripercorrere le fasi della convivenza politica con il sindaco D’Introno caratterizzata da una repentina flessione dei rapporti e sfociata nella rottura totale.
Fatto scatenante della fine dei rapporti tra Direzione Italia e il primo cittadino è stata, ad avviso di Pomodoro, la nomina di una giunta che rispondesse a requisiti ben differenti da quelli concordati nella fase immediatamente successiva all’elezione. Un fatto grave per Direzione Italia che mirava all’unità del centrodestra e al riconoscimento di un posto in giunta anche a Lega e Forza Italia le cui liste, per un vizio di forma, non erano state ammesse alla competizione elettorale.
Una posizione dura quella di Direzione Italia che ha scelto di non rispondere all’appello delle segreterie provinciali e regionali del partito a ricucire la crisi e di ritenere insufficiente l’apertura ad un azzeramento della giunta da parte del sindaco
Duro anche il giudizio su Pasquale D’Introno, definito come il sindaco dai due aspetti.
Pomodoro ha poi voluto ribadire l’indipendenza della scelta politica di far cadere l’amministrazione con la decisione da parte del sindaco di sollevare dall’incarico il segretario generale del Comune.