Dopo appena tre mesi la stanza del sindaco di Corato torna ad essere vuota.
Quattordici consiglieri comunali, con le loro dimissioni contestuali, hanno determinato la fine dell’amministrazione guidata da Pasquale D’Introno, il sindaco con il mandato più breve nella storia della città. Si attende ora che la Prefettura nomini un nuovo commissario straordinario, il terzo in appena cinque anni. A volere lo scioglimento del consiglio comunale, contrariamente a quanto spesso accade, non sono state le forze di opposizione bensì dodici tra i consiglieri che avevano sostenuto l’elezione di Pasquale D’Introno a sindaco. Due sole le firme dei consiglieri di opposizione: quella di Paolo Loizzo e del consigliere pentastellato Nico Longo.
Tra le forze di opposizione c’è chi ha scelto di non seguire la strada delle dimissioni collettive, puntando ad aprire il dibattito su una mozione di sfiducia. Mozione che non è mai arrivata in consiglio comunale e che difficilmente sarebbe stata discussa, data l’impossibilità di entrare nel merito dei punti all’ordine del giorno per la continua mancanza del numero legale.
Una crisi, quella della città di Corato, che ha ottenuto seppur in breve tempo l’effetto di lacerare la compattezza del centrodestra e di mettere ulteriormente in evidenza le differenze interne alle forze di opposizione, sempre più frammentata.