Una lettera indirizzata al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano per sostenere un fermo e deciso “no” all’accorpamento, nell’ospedale “Sarcone” di Terlizzi, delle degenze dell’unità di Chirurgia Generale con quelle di Medicina. E per chiedere, allo stesso tempo, se, in tale contesto, siano rispettate le norme di sicurezza. È il sindaco di Terlizzi, Ninni Gemmato, ad insorgere e ad esprimere la propria contrarietà in merito alla decisione dell’accorpamento delle degenze dei due reparti, disposta dalla direzione medica, con effetto immediato dal 1 settembre scorso. Una scelta che è stata motivata con la carenza di personale infermieristico.
Il primo cittadino Gemmato, con la lettera indirizzata anche al direttore generale Antonio Sanguedolce e al direttore del dipartimento regionale Promozione della Salute, Giancarlo Riuscitti, ha chiesto quindi di “verificare la conformità di tale accorpamento con le norme di legge in materia sanitaria e in materia di sicurezza sul lavoro. Inoltre il Sindaco di Terlizzi ha invocato il “ripristino delle condizioni operative precedenti al primo settembre scorso e anzi il potenziamento del personale infermieristico a servizio delle varie unità operative”.
“È il caso di far notare- ha commentato Gemmato- come la degenza di pazienti sottoposti a intervento chirurgico insieme con quella di pazienti di medicina interna frequentemente portatori di infezioni, assistiti dallo stesso personale infermieristico e socio-sanitario, possa comportare un innalzamento del livello di rischio di complicanze a danno del paziente che si trovasse in fase post-operatoria. Quest’ultimo sarebbe così esposto in misura inaccettabile all’eventualità di subire danni al proprio stato di salute”, ha proseguito il primo cittadino di Terlizzi.
Lo stesso Sindaco Gemmato si è poi soffermato sulle numerose carenze, nel territorio, proprie del settore sanitario: “L’intero nord barese, con una popolazione complessiva di circa 200 mila abitanti- ha affermato il Sindaco di Terlizzi- è ancora oggi alle prese con una cronica carenza di posti letto oltre ad essere del tutto sprovvisto di un presidio ospedaliero di primo livello e di servizi sanitari essenziali come l’Unità di terapia intensiva coronarica (Utic) e la Rianimazione”.
Il riferimento è alla Carta di Ruvo, un documento sottoscritto con la Regione Puglia, nel 2016, che prevede la realizzazione dell’Ospedale unico di primo livello del Nord Barese.
Un impegno assunto e tanto atteso dal territorio che però è rimasto ancora disatteso.