All’interno del Mercatone Uno i 53 dipendenti in cassa integrazione non riescono nemmeno ad entrarci per prendere i loro effetti personali rimasti chiusi negli armadietti, assieme alle loro speranze.
Ieri mattina, alcuni di loro, sono rimasti fuori dai cancelli del punto vendita di Terlizzi, sulla provinciale per Mariotto, in un sit – in, assieme ai rappresentanti della Filcams Cgil e di alcuni consiglieri dei paesi di provenienza dei lavoratori (Giovinazzo, Terlizzi, Ruvo e Bitonto), appena si è diffusa la notizia che dagli stessi cancelli, di buon’ora, si aprono le porte a personale esterno che sta effettuando l’inventario all’interno del grande magazzino.
“Non sappiamo qual è la motivazione di questo inventario e questo ci preoccupa perché la mancata informazione ci fa presupporre che ci siano iniziative di cui non sappiamo nulla – ha detto allarmata la segretaria Filcams Barbara Neglia -. La preoccupazione è quella di arrivare al 31 dicembre, termine ultimo di percezione della cassa integrazione, senza avere alcuna prospettiva certa”.
Il fallimento della società Sharnon Holding ha, di fatto, lasciato a casa 256 lavoratori pugliesi, tra cui moltissimi ultra quarantacinquenni che sarà difficile ricollocare: la politica nazionale ha cercato di dare delle risposte alle loro istanze, ma al momento tutto è inesorabilmente fermo, in attesa di un nuovo investitore.
La vertenza, intanto, è ancora aperta assieme al bando che mette sul mercato la rete commerciale di Mercatone Uno che, a quanto pare, non sarebbe necessario acquistare in blocco, ma anche solo per alcuni punti venditi causando, così, un possibile esubero di personale.
Il 31 ottobre prossimo si conoscerà quale destino gli aspetterà: la paura è che la cassa integrazione che ora percepiscono – di circa 400 euro, calcolata su una base di 20 ore lavorative settimanali – scadrà a dicembre e, probabilmente, non sarà rinnovata.