Un guasto al sistema informatico del laboratorio analisi del Distretto Socio Sanitario di Bitonto, ha mandato in tilt dipendenti della Asl che, ormai dallo scorso venerdì, non riescono più a garantire un pieno servizio della procedura di accettazione degli esami ematochimici, garantendo solo le urgenze dei pazienti in terapia anticoagulante.
“Quel che è più grave – dicono dalla Confederazione sindacale Usppi Puglia – è che i tempi di ripristino sono ignoti e si ipotizzano lunghissimi”. Il sindacato, infatti, ritiene che si tratti di un “subdolo tentativo di disattivare il laboratorio analisi di Bitonto, che è sempre stato fiore all’occhiello del territorio, per trasformarlo in semplice centro prelievi”, si legge nella nota.
In effetti, come sottolineato anche dal consigliere regionale Domenico Damascelli che questa mattina ha visitato la struttura, “E’ impossibile privare di questo servizio un territorio di circa 77 mila abitanti (tra Bitonto, le sue frazioni e Palo del Colle), oltre a tutte le altre strutture ospedaliere e l’Hospice cittadino. Scriverò una interrogazione urgente destinata al governatore Emiliano: è di una gravità assoluta privare dell’aggiornamento di un software un centro ben funzionante, causando danni agli utenti”.
Stesso concetto ribadito anche dal Partito Democratico cittadino: “Ci chiediamo come sia possibile avere un PTA che consente ai cittadini di fare un day service, dotato di sala operatoria, che non riesce a dotarsi di un laboratorio analisi idoneo alle esigenze dei pazienti. Ci sono a disposizione – ricordano ancora i Dem – cinque milioni di fondi europei destinati alla riqualificazione degli ambienti in stato di abbandono o per nuovi servizi o per il potenziamento degli esistenti che bisogna usare con urgenza”.
Allarmato anche l’assessore al Welfare del Comune di Bitonto, Gaetano De Palma, che in una nota al vicepresidente regionale, Antonio Nunziante, scrive che “Dalla direzione della Asl pare non giungano notizie confortanti in ordine a modi e tempi di ripristino del servizio”.
In effetti, la paura anche dei dipendenti è che si realizzi il riordino – previsto già nel 2016 – che portava alla trasformazione del laboratorio analisi in solo centro prelievi con tre infermieri, un dipendente amministrativo e, nelle prime ore del mattino, un medico ed un tecnico per i pazienti che assumono farmaci anticoagulanti.
Al momento, con grande spirito di abnegazione, tutti i dipendenti continuano a svolgere il lavoro alla vecchia maniera: scrivendo tutto a mano, in attesa che qualcuno prenda provvedimenti.