Nemmeno la buona volontà dimostrata da alcuni consiglieri comunali di opposizione di restare in aula per consentire la votazione del collegio dei revisori dei conti ha consentito al consiglio comunale di Corato di uscire dalle sabbie mobili nelle quali è impantanato da ormai sette sedute.
Anche la riunione di ieri non si è potuta celebrare a causa della mancanza del numero legale. In aula si sono presentati soltanto in dieci, solo cinque della maggioranza. Troppo poco per poter proseguire con i lavori. Tutti gli assenti hanno comunicato di aver assunto improrogabili impegni familiari con una nota copincolla presentata al presidente del consiglio. Un escamotage per evitare la decadenza dopo tre assenze consecutive.
Il dato politico rimane inalterato: il sindaco Pasquale D’Introno non ha i numeri per governare e nemmeno la disponibilità di alcuni consiglieri di opposizione ad essere presenti ai lavori può risolvere una situazione ormai irreversibile.
Alla vigilia del consiglio comunale il primo cittadino aveva convocato i capigruppo per chiedere loro di assicurare la nomina del collegio dei revisori dei conti. Un passaggio, a detta del primo cittadino e dei dirigenti comunali, finalizzata ad evitare la paralisi degli uffici, fortemente limitati dall’assenza del collegio.
Un grido di aiuto raccolto dai consiglieri di opposizione Nico Longo, Emanuele Lenoci e Vito Bovino ma non dal consigliere Paolo Loizzo che in una lunga lettera aperta ha valutato anche la nomina dei revisori dei conti come un atto politico e ha invitato il primo cittadino a compiere un atto di responsabilità dimettendosi.
Una situazione surreale che sembra non avere via d’uscita. L’unico modo per staccare la spina all’amministrazione di Pasquale D’Introno sembra essere la presentazione di una mozione di sfiducia. I consiglieri di minoranza però sono chiari: non saranno loro a presentarla. Secondo Bovino, Lenoci e Longo l’iniziativa di sfiducia del sindaco deve partire dai consiglieri di Direzione Italia, coloro che di fatto hanno scelto di voltare le spalle a Pasquale D’Introno determinando, con la loro assenza, la situazione di empasse.
E non è escluso che tale passaggio avvenga in tempi rapidi: troppo lungo sarebbe attendere di battere il sindaco in aula nel corso dell’approvazione dell’assestamento di bilancio.
Il consiglio comunale tornerà a riunirsi il prossimo 26 agosto in seconda convocazione. Il copione sembra essere lo stesso e non ci si attendono colpi di scena. Anche se in politica non è mai detta l’ultima parola.