Il presidente della Banca Popolare di Bari, Marco Jacobini, si è dimesso e al suo posto il consiglio ha nominato il docente universitario dell’Ateneo barese, Gianvito Giannelli al quale si è affiancata la nomina di Vincenzo De Bustis come amministratore delegato.
Jacobini guidava la banca – fondata dal padre Luigi negli anni Sessanta – dal 1989, per cui la scelta di nominare il nipote Giannelli è il frutto di un buon compromesso tra la volontà della Banca d’Italia di un rinnovamento al vertice e l’aspirazione dello stesso ex presidente di passare la mano a un professionista del posto e di fiducia.
Dalla prima acquisizione della Banca agricola commerciale cooperativa di Deliceto – proprio nell’89 – all’ultima di Tercas (tutte a firma di Jacobini), molte cose erano cambiate decretando l’inizio del declino. Il presidente ha lasciato la banca in una grave crisi economica con 420 milioni di euro di perdite, salvata soltanto da una legge del Governo che ha permesso, grazie alla possibilità di spostare alcune poste in bilancio, di evitare il default.
In questa situazione non mancano le inchieste della procura per truffa, false comunicazioni agli organi di vigilanza che vede, a vario titolo, indagati alcuni vertici dell’Istituto. Si aggiungono, poi, anche le ispezioni della Consob e di Banca d’Italia ancora in corso.
Ora il cambio apre nuovi scenari: la norma varata dal governo nel dl crescita consente facilitazioni fiscali per un’aggregazione con altri istituti del Sud (candidate sono la Popolare Puglia e Basilicata e la Popolare Pugliese), risanare ancor più il bilancio e, solo a quel punto, proporsi per una fusione con altre popolari del Centro o del Nord. Un percorso che si snoderà nei prossimi mesi.