“Nel decreto sicurezza ci sarà un notevole incremento della spesa e degli uomini che combattono la mafia e che gestiscono i beni confiscati alle cosche mafiose in tutta Italia”. Questa la promessa del vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, durante la visita nel rione Libertà di Bari.
«Arriveranno a Bari entro la fine dell’anno decine uomini e mezzi delle Forze dell’ordine in più, telecamere e non solo qua, controlleremo le scuole, combatteremo lo spaccio e il racket», ha aggiunto Salvini, che nel quartiere sta incontrando simpatizzanti ed esponenti politici locali della Lega dinanzi alla sede del movimento “Riprendiamoci il futuro”. «Sono qui – ha detto – per combattere l’illegalità di qualunque colore e qualunque nascita».
«Era mio dovere venire ad ascoltare migliaia di baresi che vogliono restare tranquilli a casa loro, e quindi è l’inizio di un percorso per dirgli che il ministro c’è”. La visita del ministro dell’Interno a Bari era stata preceduta dalle polemiche a distanza con il Governatore della Puglia, Michele Emiliano: “Non accenda una polveriera con una visita che peraltro già viene preceduta da messaggi che vengono diffusi da agitatori di professione” aveva detto il presidente della Regione auspicando il ministro non faccia quell’errore.
Appello al quale Salvini ha risposto con la visita al quartiere Libertà perché, spiega, era mio dovere venire ad ascoltare migliaia di baresi che vogliono restare tranquilli a casa loro e quindi è l’inizio di un percorso per dirgli che il ministro c’è. La visita di Salvini nel quartiere Libertà di Bari segue la raccolta di firme organizzata nelle scorse settimane da circa tremila residenti contro la presenza di stranieri.
Ad accogliere il Ministro dell’Interno non solo migliaia di simpatizzanti oltre che esponenti regionali e cittadini della Lega, ma anche uno striscione polemico posizionato su un balcone di un appartamento della zona rossa, in via Trevisani. Striscione che è stato fatto rimuovere dagli agenti della Digos che hanno identificato gli inquilini del palazzo che rischiano la denuncia per vilipendio delle istituzioni.