Scadono oggi i sei mesi di lavoro delle Commissioni antimafia insediatesi, lo scorso 9 gennaio, nei comuni di Manfredonia e Cerignola, per valutare l’eventuale condizionamento mafioso delle amministrazioni comunali.
A Manfredonia la commissione è composta dal vice prefetto Francesco Paolo D’Alessio, dal commissario capo di polizia Michelina Di Carlo e dal comandante della terza sezione del nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri di Foggia, il tenente Francesco Colucci. Quella di Cerignola, invece, è guidata dal vice prefetto Angelo Caccavone, dal comandante del Reparto operativo del Comando provinciale carabinieri di Foggia, il tenente colonnello Pierpaolo Masone il Comandante del Nucleo di polizia economica-finanziaria della Guardia di Finanza di Foggia, il maggiore Francesco Salnitro.
Il lavoro delle due commisioni era volto acquisire e controllare tutti gli atti predisposti dalle amministrazione comunali per individuare possibili infiltrazioni della criminalità organizzata in bandi, gare d’appalto e concessioni demaniali.
La documentazione raccolta dalle due commissioni verrà trasmessa al Prefetto di Foggia, Raffaele Grassi che avrà 45 giorni di tempo per stilare la relazione che dovrà essere inviata al Ministero dell’Interno. Da quel momento potrebbero servire altre tre mesi prima della decisione definitiva (eventuale scioglimento del consiglio comunale) con l’atto firmato dal Presidente della Repubblica. Questo significa che le decisioni per i due Comuni (quello di Manfredonia è commissariato per le dimissioni del sindaco Angelo Riccardi) non arriveranno probabilmente prima dell’autunno.
Negli ultimi giorni di lavoro della Commissione d’indagine, a Cerignola sono arrivate altre due interdittive antimafia (firmate dal Prefetto di Foggia) per altrettante aziende, mentre una prima interdittiva del 6 novembre del 2017 aveva interessato la società che aveva vinto l’appalto per la gestione della villa comunale. In provincia di Foggia ci sono stati altri due comuni sciolti per infiltrazioni mafiose: nel 2015 era toccato a Monte Sant’Angelo mentre lo scorso anno il provvedimento ha interessato il Comune di Mattinata.