Sarà celebrata il 4 luglio la nuova udienza del processo, mentre si attende, la decisione della Corte di Appello di Bari che si è riservata di pronunciarsi, nei prossimi giorni, sulla istanza di ricusazione dell’intero collegio giudicante, presentata dagli avvocati difensori di Ferrotramviaria. Sono gli ultimi tasselli del processo che si sta celebrando, a Trani, sulla strage ferroviaria del 12 luglio del 2016, quando due treni della Bari Nord si scontrarono sulla tratta a binario unico Andria-Corato, provocando la morte di 23 persone e il ferimento di altri 51 passeggeri.
Nel corso dell’udienza del 6 giugno scorso, i difensori di Ferrotramviaria (gli avvocati Michele Laforgia e Tullio Bertolino), hanno depositato, presso la Corte di Appello di Bari, istanza di ricusazione dell’intero collegio giudicante di Trani (composto dal presidente Giulia Pavese e dai giudici a latere Paola Angela De Santis e Filomena Sara De Rosa).
E in una nuova udienza, celebrata a porte chiuse dinnanzi ad un collegio formato dai giudici Filippo Labellarte, Vittorio Contento e Alessandra Piliego, i legali hanno ribadito le loro ragioni e hanno confermato la richiesta.
Per gli avvocati difensori della società imputata e citata come responsabile civile, sarebbe stato “indebitamente anticipato il giudizio” di colpevolezza. Nello specifico secondo Ferrotramviaria si “darebbe addirittura per presupposta l’inaffidabilità della società di trasporti con una definita irrituale e illegittima anticipazione del giudizio in ordine alla responsabilità dell’ente”.
Inoltre, nella dichiarazione di ricusazione, è stato specificato come uno dei tre giudici abbia legami di parentela con una delle vittime e alcune parti civili. Per queste ragioni, i difensori di Ferrotramviaria hanno definito l’istanza depositata come un “atto dovuto per garantire la regolarità del processo”.
Ora dunque si attende il parere della Corte di Appello di Bari che si è riservata di decidere sulla ricusazione dei giudici di Trani.
Nel processo, oltre alla società Ferrotramviaria, sono imputate 17 persone fisiche (tra dipendenti e dirigenti dell’azienda pugliese di trasporti e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), accusate, a vario titolo, di disastro ferroviario, omicidio colposo, lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
E sono stati i familiari delle vittime ad esprimere preoccupazione per come si sta evolvendo la vicenda. “Siamo abbattuti”, ha commentato Daniela Castellano, presidente di Astip (l’associazione strage treni in Puglia). Contattata telefonicamente, in riferimento alla presentazione dell’istanza di ricusazione, ha dichiarato: “Non ce l’aspettavamo. Le tempistiche del processo si allungano e questo non fa bene ai nostri animi che sono distrutti”.