Nuova ispezione della Banca d’Italia alla Banca Popolare di Bari, impegnata in un duro piano di ristrutturazione e rilancio, dopo le perdite per gli accantonamenti sui crediti deteriorati che dovranno essere coperte da un aumento di capitale e con sullo sfondo una fusione con una o più banche. Lo confermano diverse fonti. Nei giorni scorsi in Parlamento è stata presentata una norma per agevolare, tramite incentivi fiscali, le fusioni di banche al Sud che potrebbe essere utilizzata proprio dalla Bari per aggregazioni con altre banche.
L’istituto di credito inoltre dovrà, nell’assemblea del 14 luglio, rinnovare quattro consiglieri in scadenza: Modestino di Taranto, Francesco Viti, Luca Montrone e Francesco Pignataro. Sulla presidenza si rincorrono le voci di un cambio di Marco Jacobini che fanno il nome di Giulio Sapelli come possibile sostituto ma nulla è ancora scontato. La scorsa settimana il Gruppo aveva annunciato di aver ricevuto un’offerta per la quotata detenuta nella Cassa di Risparmio di Orvieto da Sri Group fondato dall’imprenditore bolognese Giulio Gallazzi e la banca, si leggeva in una nota ufficiale, “valuterà assieme alla controparte le condizioni contenute nell’offerta”.
Dono due i fronti sul quale sta lavorando il consiglio d’amministrazione della Popolare di Bari: la pulizia di bilancio e il rapporto con i soci. Sul primo versante entro la metà del prossimo mese di luglio, perfezionerà l’operazione di capital relief relativa a un portafoglio crediti a privati e piccole e medie imprese pari a circa 2,9 miliardi mentre in questa settimana dovrebbe avvenire la cessione di un portafoglio costituito da finanziamenti al settore energia erogati dalla Banca”. Il 2018 per la Banca Popolare di Bari, a seguito delle nuove rettifiche ha visto aumentare la perdita a 397,2 milioni di euro.