Da una parte l’accusa sferrata da Arcelor Mittal che ha denunciato come il decreto legge Crescita possa compromettere seriamente il prosieguo del cammino, rendendo impossibile la gestione dell’ex Ilva di Taranto. Dall’altro versante la pronta replica del Ministero dello Sviluppo Economico che, esprimendo sorpresa per la presa di posizione annunciata dal colosso industriale, ha assicurato allo stesso tempo come presto verrà prospettata una soluzione equilibrata.
Il futuro del siderurgico del capoluogo jonico sarebbe dunque a rischio. La preoccupazione di Arcelor Mittal è connessa agli effetti del decreto legge crescita. “Se dovesse essere approvato nella sua formulazione attuale- si legge in una nota del colosso industriale-la disposizione relativa allo stabilimento di Taranto pregiudicherebbe, per chiunque, la capacità di gestire l’impianto nel mentre si attua il piano ambientale preteso dal Governo italiano e datato settembre 2017”. Nello specifico, la richiesta, avanzata da Arcelor Mittal è relativa al mantenimento delle tutele legali “per evitare di incorrere in responsabilità che gli attuali gestori non hanno causato”.
Immediata la risposta del Ministero dello Sviluppo Economico. “Alla società- è stato evidenziato in una nota- era stato già indicato che si sarebbe individuata una soluzione equilibrata volta alla salvaguardia dello stabilimento e dell’indotto occupazionale, nonché al rispetto delle decisioni adottate dai giudici. A tal proposito, ha concluso il Mise, il Governo è al lavoro affinchè l’azienda continui ad operare nel rispetto dei parametri ambientali.