“L’obiettivo minimo da centrare subito è la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori. Poi potrà partire la fase di reindustrializzazione”. È quanto dichiarato dal vicepremier Luigi Di Maio, al termine della prima riunione celebrata a Roma, al Mise e incentrata sulla vertenza del fallimento di Mercatone Uno.
Sabato scorso i 1800 dipendenti (di tutta Italia) della nota catena di mobili hanno trovato le saracinesche abbassate nei 55 punti vendita, apprendendo, con stupore e amarezza, la notizia del licenziamento via social (su wathsapp e facebook). Immediato l’impegno del Governo per cercare di rintracciare una soluzione.“Ce la metteremo tutta- ha assicurato il Ministro Di Maio- obiettivo il ricorso alla cassa integrazione straordinaria e poi partirà la fase di reindustrializzazione per dare un futuro certo ai lavoratori”.
A partecipare allo stesso tavolo di confronto anche Federconsumatori che ha chiesto lo studio di una “soluzione che debba tener conto anche dei cittadini che hanno acquistato mobili e che ora si trovano senza soldi spesi e senza beni acquistati”.
Dura la presa di posizione del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini che ha parlato invece di “inaccettabile schiaffo al Governo”.
E in concomitanza del tavolo al Mise, i dipendenti della nota catena di mobili, sono scesi in piazza, proprio davanti alla sede ministeriale, dando libero sfogo a tutto il loro malcontento. Armati di fischietto e indossando la maglia con su scritto “Mercatone Uno il grande bluff”, hanno dato vita alla manifestazione di protesta, pretendendo a gran voce la salvaguardia dei loro posti di lavoro.
In Puglia sono circa 300 i dipendenti che temono di rimanere nelle proprie case, dei megastore presenti (a Bari, Terlizzi, Francavilla Fontana, San Cesario di Lecce, Matino e Surano).
Intanto già giovedì 30 maggio, a Roma, al Ministero dello Sviluppo economico, è stato convocato un nuovo tavolo sempre incentrato sulla vertenza del fallimento di Mercatone Uno, al quale prenderanno parte creditori e fornitori.