Il quattordici marzo scorso Antonio Stano, il pensionato 66enne morto il 23 aprile e vittima delle torture della banda di bulli a Manduria, fu raggiunto a casa – in via San Gregorio Magno, 8 alle 22.45 circa – dall’equipaggio di una volante della Polizia al quale riferì di essere vittima delle angherie della gang criminale. È quanto emerso dagli atti dell’indagine.
Gli agenti sul posto – c’è scritto nella relazione inviata alle Procure ordinaria e minorile – venivano avvicinati da Antonio Cosimo Stano, un uomo anziano che vive da solo, il quale riferiva loro di essere, già da diversi giorni, costantemente oggetto di vessazioni, angherie, percosse e aggressioni ad opera di alcuni giovani ignoti”.
Il successivo documento che parla delle aggressioni subite dal pensionato è datato cinque aprile, giorno in cui viene presentata la denuncia scritta e firmata da sette vicini di casa e dal parroco della chiesa San Giovanni
Bosco, don Dario De Stefano. Il giorno dopo la Polizia si recò nuovamente a casa dell’uomo torturato: gli agenti in quell’occasione bussarono più volte dicendo a Stano di aprire: “Non vogliamo farti del male”, dissero, capirono subito che qualcosa non andava. Dopo aver aperto la porta, trovarono l’anziano legato ad una sedia. Fu trasportato subito in ospedale e dopo due interventi e diciotto giorni di agonia l’uomo è deceduto.
Intanto otto persone sono state fermate, di cui sei minori per i reati di tortura e sequestro di persona.