Ci sono 25 casi positivi accertati di coronavirus nella Rsa per anziani e disabili “Nuova Fenice” di Noicattaro.
Lo comunica la Asl di Bari in una nota, spiegando che “a seguito delle procedure di sorveglianza epidemiologica espletate nel centro, sono risultate positive al Covid-19 25 persone”, tra cui 23 pazienti oltre a direttore sanitario e caposala.
“Come da protocollo – prosegue la nota -, i pazienti positivi sono in isolamento e sorvegliati attivamente. Sono stati messi in sicurezza e isolati all’interno della struttura, con la sorveglianza medica ed epidemiologica”. La Asl informa, inoltre, che “nei prossimi giorni saranno eseguiti tamponi sugli altri ospiti”, al momento in 106 persone, di cui 45 disabili e 61 anziani.
Questo, però, è soltanto uno dei tanti casi in strutture per anziani che, in questo periodo, si sono trasformati in veri e propri focolai. Per cui i consiglieri regionali del gruppo Fratelli d’Italia hanno chiesto di togliere “subito anziani non positivi dalle strutture sanitarie, trasferendoli negli ospedali riconvertiti e ora utilizzati come strutture post Covid”. “Anche i parenti – aggiungono – vivono con apprensione e a distanza la situazione dei loro casi per cui (oltre ai provvedimenti sanitari) chiediamo all’assessore al Welfare di farsi carico della problematica connessa all’assistenza psicologica di anziani e famigliari”.
A loro si aggiunge anche il consigliere Mario Conca che ha chiesto ad Emiliano la nomina di un coordinatore regionale che si occupi delle RSA: “Bisognerebbe fare il tampone a tutti gli operatori sociosanitari – dice Conca – e a chi viene dimesso dai reparti di medicina interna, geriatria, infettivi, perché sono quelli i reparti che in dimissione protetta portano i pazienti in RSA”. E la politica interviene anche su quanto si sta verificando a Carovigno, paese del Brindisino, con 17 mila abitanti – dove si sono registrati 21 casi di contagio da coronavirus e 6 decessi. Si tratta di un “record” provinciale.
A quanto detto dal sindaco del Comune, Massimo Lanzillotti, il virus si sarebbe propagato da un “punto di ritrovo del centro, dove in molti si incontravano assiduamente”. “Occorre un supplemento di attenzione della Asl”, ha rimproverato il consigliere regionale Pd Fabiano Amati. “Ritengo necessario –ha aggiunto il parlamentare di Forza Italia, Mauro d’Attis – che il prefetto imponga l’esecuzione di un gran numero di tamponi per verificare i confini del contagio e che ci siano adeguati presidi sanitari e maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine”.
Sulla questione è intervenuto anche il senatore leghista Roberto Marti con una interrogazione urgente ai ministri dell’Interno, della Difesa e della Sanità.