Sono 114 in tutto gli anni di pena richiesti per mandanti, esecutori materiali e per tre componenti del clan Cipriano, per l’omicidio Tarantino avvenuto a Bitonto il 30 dicembre scorso.
Vent’anni per Domenico Conte, boss dell’omonimo clan, e Alessandro d’Elia – che commissionarono l’omicidio – e per Cosimo Liso che fornì le armi.
Quattordici anni per i killer Michele Sabba e Rocco Papaleo, ora collaboratori di giustizia e aventi diritto ad uno sconto di un terzo della pena.
Otto anni ciascuno per Francesco Colasuonno, boss del gruppo Cipriano, Benny Ruggiero e Rocco Mena, responsabili di aver sparato contro la roccaforte del clan Conte in via Pertini.
Ai predetti, tutti gravati da pregiudizi penali di polizia, sono stati contestati, a vario titolo, i reati di omicidio, tentato omicidio, spari in luogo pubblico, detenzione e porto abusivo di armi, minaccia e violenza privata. È stato contestato anche l’aver agito con il metodo mafioso.
“Dopo tanti anni in cui hanno avvelenato i giovani e le strade della città con la droga, si è arrivati ad uccidere degli innocenti – ha detto il Pm della DDA di Bari Ettore Cardinali -. Le indagini si sono svolte anche grazie a chi ha rotto il muro dell’omertà e ai killer, che si sono mostrati sinceramente dispiaciuti per l’accaduto”.
La seduta si è aggiornata al 15 marzo per le arringhe degli avvocati difensori; il 30 aprile, invece, è la data prevista per il dispositivo di sentenza del Giudice per le Udienze Preliminari, Francesco Annino.